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Eccoci all'inevitabile introduzione che uso per ogni linguaggio di programmazione che studio. Vediamo subito il codice:
Il codice è molto semplice, alla riga 1 ci presenta la funzione main che è l'entry point del programma. I blocchi di istruzioni, sono racchiusi, come nei linguaggi C-Like, da una coppia di parentesi graffe. Come avrete capito inoltre fn è la keyword che introduce una funzione, concetto importantissimo che incontreremo più avanti. alla riga 2 abbiamo una funzione di stampa, println come dice la documentazione ufficiale, "una delle poche funzioni builtin del linguaggio" (a me non sembrano poi così poche...). In particolare println scrive e va a capo, ma esiste anche print che scrive e a capo non ci va. La riga 3 chiude il programma. Avrete notato che non c'è il classico punto e virgola a chiudere le singole istruzioni. println ( così come print) è una funzione semplice ma potente che può scrivere di tutto sullo standard output purchè convertito in stringa. Noterete anche che una stringa è una sequenza di caratteri posta all'interno di una coppia di singoli apici. Tuttavia è accettata anche la sintassi che usa per le stringhe una coppia di doppi apici: print("ciao") nb: questo aspetto lo devo chiarire in quanto l'ho incontrato sperimentalmente senza aver trovato nulla sulla documentazione del linguaggio. Nel prossimo capitolo incontreremo le variabili e allora parleremo anche della interpolazione in fase di stampa. Interessante notare che in brevi programmi costituiti da un singolo file la keyword main può essere skippata e quindi il nostro Hello World potrebbe essere println('Hello world') opzione utile per script e, appunto brevi programmi. Io, nel prosieguo, non utilizzerò questa feature. Molto simili a print e println sono eprint e eprintln che scrivono sullo standard error invece dello standard output (che possono coincidere). Da tenere a mente che V è un linguaggio case sensitive, ovvero scrivere xx è diverso da Xx o xX. |